...e nove. Virgola. L'elenco non è finito, purtroppo, e andrà sempre avanti, apparentemente.
E così, domani saranno trascorsi nove anni da quel giorno che ha stravolto me e il (mio) mondo.
Se ci penso, sento ancora una fitta nello stomaco, al ricordo di me su quella terrazza insieme al Duca e di te là dentro che lottavi ancora, e ancora, non ti rassegnavi a lasciarmi. Allora non potevo comprenderlo bene come ora, quello che provavi, che hai provato da quando ci sono stata io con te. Sarà questo il motivo per il quale domani non potrà essere un giorno di lutto, per il quale non avrò l'umore nero che ci si aspetterebbe per questa ricorrenza, ma farò quello che mi sono impegnata a fare, e sono certa che non sia una coincidenza che questo impegno capiti proprio quel giorno, e non -per esempio- una settimana dopo come per tutti gli altri asili. Il giorno in cui dovrei ricordare la cosa tremenda che ci è successa, il separarci davvero e per sempre, festeggerò a modo mio il fatto che da quando c'è lui, G, e poi lui, D, ti sento più vicina di quanto ti abbia mai sentita vicina ogni singolo giorno che ci ha viste insieme nella vita terrena. Ogni giorno ti vivo, ti penso, ti cerco nei miei ricordi, e ti trovo nel mio cuore. Non te ne sei mai andata. Ci sei nel mio essere madre, perché, che questa figura sia presente fisicamente o meno, quando diventi madre è lei che ripeti, nel bene e nel male. E se da figlia ti ho tanto combattuta, adorandoti, da madre penso che tu sia stata una grande, grandissima madre. Ho tutto da imparare da te, e ce l'ho perché in quel tempo in cui ti ho avuta, tu non ti sei mai risparmiata. MAI. Mi hai lasciato un bagaglio di meraviglia, e di ricordi, ma soprattutto una riserva di amore, sparso in quelli che mi hai suggerito di tenere accanto e dentro di me, che difficilmente si esaurirà.
Per questo, oggi, non piango di tristezza, di dolore o di autocompassione, ma di amore colmo di gratitudine.
Ed è con questo spirito che domani parteciperò insieme alle altre mamme alla preparazione dell'asilo per la festina di Natale di sabato.
Perché non ho bisogno di telefonarti per sapere che cosa avresti detto di questa mia iniziativa: lo so. E rido al pensiero che tu non hai mai fatto queste cose, che non riproduco i tuoi comportamenti e le tue scelte, ma continuo a percorrere la mia strada, sulla quale tu mi hai guidata, nella libertà.
Ciao, ma'.