mercoledì 14 dicembre 2011

Otto


"[...] I nostri cari...Non li perdiamo mai, assolutamente mai," affermo. "Ci accompagnano sempre, non spariscono dalle nostre vite. Semplicemente, ci troviamo a esistere in luoghi differenti. Io non posso vedere che cosa accade nel vagone davanti, eppure negli scompartimenti ci sono persone che viaggiano proprio come me, come voi, come tutti. Il fatto di non poter comunicare con loro, di non vedere i loro gesti o udire le loro parole, è assolutamente irrilevante: sono là. Rifacendosi a un simile esempio, si può affermare che la 'vita' è un treno con molti vagoni. Talvolta ci troviamo in uno, talaltra in un altro. Talaltra ancora passiamo dall'uno all'altro: accade quando sogniamo o ci lasciamo trasportare da qualcosa di inspiegabile. [...] L'amore prevale sempre su quella che chiamiamo 'morte'. Ecco perché non dobbiamo piangere per i nostri cari: continuano a essere accanto a noi e a rinnovare il legame d'affetto."
(Paulo Coelho, Aleph. RCS Libri, Milano, 2011: pp. 127-128)

Sarà.
Eppure, dopo otto anni, resta talvolta insopportabile non potersi spostare fisicamente di vagone per un abbraccio o una parola, o anche solo per una carezza. Lo so, lo so che è la tua mano quella di mio figlio, le tue braccia sono quelle di mio marito, i tuoi sorrisi e il tuo sguardo quelli delle Amiche Speciali.
Eppure, mi manchi. Sempre mi mancherai.
E mai guarirò.

venerdì 9 dicembre 2011

Elogio del falso: orzamisù a costo zero

Ieri era festa, e in casa mia non c'è festa che si rispetti senza un dolce home made.
Ebbene, che fai quando non hai nemmeno un uovo e un po' di burro? Inventi! Il primo passo verso un'invenzione dolce per me è "raccattare": andare in dispensa e pensare a come far stare insieme quello che può in una ricetta, accontentandosi di quello che c'è e senza troppe aspettative sul risultato. Se mi rendo conto che la materia prima per la creatura
c'è, vengo presa da un pizzicorino di follia creativa e attacco. Ieri, appunto, in dispensa ho trovato:
1 pacco cominciato di biscotti tipo petit (falsi oro saiwa)
1 pacco cominciato di biscotti a nome sorrisini (falsi pavesini)
2 buste di preparato per crema pasticcera vicine alla scadenza (acquisto del marito tempo fa per emergenza, io giammai le avrei acquistate)
1 tavoletta di cioccolata al latte con nocciole tritate (in scadenza anche lei)
1 rimasuglio di orzo macinato per caffé, residuo dell'attesa di D
1 brik di latte UHT
l'ultima teglietta di alluminio di una confezione aperta chissà quando.
Ho fatto una macchinetta da 6 di falso caffè (d'orzo), l'ho dolcificata con tre cucchiaini colmi di zucchero, ho trasferito il caffé in una ciotolina per farlo raffreddare un po'. Ho fatto la falsa crema unendo la polvere delle bustine col latte a temperatura ambiente mescolando molto energicamente con la frusta; ho sbriciolato grossolanamente la cioccolata nel mortaio.
Ho ricoperto il fondo della teglietta con qualche cucchiaiata di falsa crema. Primo strato: falsi pavesini tuffati prima, uno ad uno, nel falso caffè, altre cucchiaiate di falsa crema, un po' di vera cioccolata sbriciolata. Secondo strato: falsi orosaiwa tuffati anche loro nel falso caffè, altra falsa crema, altra vera cioccolata sbriciolata. Terzo strato: falsi pavesini bagnati, falsa crema, vera cioccolata. Quarto strato: falsi orosaiwa bagnati, falsa crema, vera cioccolata. Ultimo strato: falsi pavesini bagnati, falsa crema, vera cioccolata, altra falsa crema. In frigo per un paio d'ore. Prima di servire ho spolverizzato con cacao amaro.
Tutto falso, ma a costo zero, veloce e senza cottura (vabbè tranne il falso caffé).
Però: una vera delizia. Giuro.

sabato 3 dicembre 2011

Christmas is coming

La casa calda, avvolta dal profumo di un the agli agrumi. L'albero di Natale da montare, con rami sparsi per tutto il soggiorno. I bambini tranquilli, uno con gli occhioni chiari sgranati, come sempre, l'altro col naso in su che mette mani dappertutto: come sempre. Il Duca che si destreggia fra il grande, il piccolo, e tutto il resto...come sempre. Il cielo che si fa scuro, fuori dalla finestra, e le luci a intermittenza che si accendono, sul balcone di fronte. Le mie mani che mescolano col cucchiaio di legno la besciamella, e poi sporche di impasto per le polpette da friggere più tardi, e poi ancora che pasticciano la pasta frolla aromatizzata con scorza di agrumi e cannella con cui faremo biscottini natalizi da decorare con la glassa. Loro, assieme a noi: lui, seduto sul divano, col suo cuore infinitamente buono, il suo sguardo curioso, la sua aria da eterno scettico, che gioca come un bambino col Piccolo Duca; lei, con i suoi occhi bambini, il suo sorriso perfetto, e il nostro orologio appeso al collo, che tiene in braccio il Tigrotto e a tratti pasticcia assieme a me. E forse loro: lei, seduta al tavolo che mi racconta mille cose, mille vite, e mi fa sentire straordinariamente intelligente e coccolata; lui, che si impossessa del telecomando e fa finta di isolarsi mentre il suo cervello supersonico segue i discorsi di tutti.
Ecco, è così che me lo immagino, questo pomeriggio di inizio dicembre, carico di amore.