mercoledì 14 dicembre 2011

Otto


"[...] I nostri cari...Non li perdiamo mai, assolutamente mai," affermo. "Ci accompagnano sempre, non spariscono dalle nostre vite. Semplicemente, ci troviamo a esistere in luoghi differenti. Io non posso vedere che cosa accade nel vagone davanti, eppure negli scompartimenti ci sono persone che viaggiano proprio come me, come voi, come tutti. Il fatto di non poter comunicare con loro, di non vedere i loro gesti o udire le loro parole, è assolutamente irrilevante: sono là. Rifacendosi a un simile esempio, si può affermare che la 'vita' è un treno con molti vagoni. Talvolta ci troviamo in uno, talaltra in un altro. Talaltra ancora passiamo dall'uno all'altro: accade quando sogniamo o ci lasciamo trasportare da qualcosa di inspiegabile. [...] L'amore prevale sempre su quella che chiamiamo 'morte'. Ecco perché non dobbiamo piangere per i nostri cari: continuano a essere accanto a noi e a rinnovare il legame d'affetto."
(Paulo Coelho, Aleph. RCS Libri, Milano, 2011: pp. 127-128)

Sarà.
Eppure, dopo otto anni, resta talvolta insopportabile non potersi spostare fisicamente di vagone per un abbraccio o una parola, o anche solo per una carezza. Lo so, lo so che è la tua mano quella di mio figlio, le tue braccia sono quelle di mio marito, i tuoi sorrisi e il tuo sguardo quelli delle Amiche Speciali.
Eppure, mi manchi. Sempre mi mancherai.
E mai guarirò.

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