venerdì 17 giugno 2016

Indeterminato

Ciao mamma,
ieri è stato il mio ultimo giorno da precaria.
Nell'ultimo anno sono stata "in formazione e prova". Qualora i dieci anni appena trascorsi non fossero stati sufficienti, il Ministero mi ha chiesto di testare ancora una volta se per caso - per caso eh - fossi proprio proprio adatta per fare l'insegnante.
Ma che ne sa il Ministero. Che ne sa di quando controvoglia ho fatto la domanda per accedere alla SSIS, solo perché tu insistevi. Che ne sa di quando alla Scuola di Specializzazione passavamo il tempo a scrivere cavolate e raccontarci le nostre vite, in barba alla moltissima aria fritta che ci circondava. Che ne sa dei pranzi improvvisati, delle lacrime, delle risate e dei legami profondi che si sono creati. Che ne sa che quasi sempre pensavo "Tanto non sarà questo il mio mestiere"...tranne quando in segreto nelle lezioni di Glottodidattica, Didattica Generale e Docimologia mi si accendeva una luce nel cuore e  mi si sgranavano gli occhi di meraviglia e di sorriso perché quei prof parlavano la lingua che avrebbe dovuto avere per me la scuola. Che ne sa delle mie mute parole a Don Bosco seduta in attesa del test di ammissione "ok. io non la voglio fare questa cosa. Decidi tu. Se questo è quello per cui sono nata...fai il tuo dovere" e poi, davanti ai risultati "Questo è giocare sporco". Che ne sa il Ministero. Che ne sa dei primi giorni in una classe, degli occhi degli studenti. Che ne sa di quando immersa nella mia grande passione, nelle mie grandi speranze sociolinguistiche, mi mancavano quegli occhi e quel clima. Che ne sa il Ministero che questo non è un lavoro: questo è quello che sono. Che ne sa il Ministero che ieri la cosiddetta discussione è stata una piacevole chiacchierata in naturalezza con colleghi che stimo e a cui voglio bene, con cui ho condiviso vedute, episodi, sguardi, abbracci e momenti. Che ne sa il Ministero che sono nella mia acqua.
Non lo so se TU lo sapevi. Ma grazie, mille volte grazie per aver insistito. Se penso che questa è stata l'ultima cosa che mi hai chiesto di fare poco tempo prima di cambiare forma e diventare quella presenza invisibile, silenziosa e potente che sei...e mi guardo oggi...ti ringrazio dal profondo del cuore per avermi lasciato la cosa più preziosa di tutte: ciò che sono e la possibilità di viverlo quotidianamente fino alla pensione.


E grazie anche a te, Lu. Tu non te lo ricordi perché sei supersonica e vai sempre avanti, ma io ricordo bene quando nella cucina di Via Aristosseno, mentre ci facevamo un solito caffè, parlavamo della tesi di laurea e ti dissi che volevo fare la ricerca universitaria, studiare, studiare, scoprire, e tu: "Eppure io non ti ci vedo chiusa in un ufficio o in una biblioteca. Io ti vedo a fare un lavoro a contatto con le persone". Anche tu avevi ragione. E anche a te, grazie di cuore per esserci sempre stata, aver guardato, ascoltato, supportato, e sopra ogni cosa per quella potenza che è il tuo accompagnarci col sorriso e con dinamismo. Ti voglio bene assai.

3 commenti:

  1. Sei una donna fortunata, lo sai? E non per l'obiettivo raggiunto. Ma per aver avuto qualcuno che te lo indicasse...

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  2. Sei una donna fortunata, lo sai? E non per l'obiettivo raggiunto. Ma per aver avuto qualcuno che te lo indicasse...

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