lunedì 26 settembre 2011

Fenomenologia dell'autoinganno


Ho appena capito perché sono sempre stata una studentessa dal programma incompleto.
Sì, perché io a scuola, all'università, alla scuola di specializzazione come ai vari corsi, e come nella attuale Tela di Penelope, non sono mai arrivata a un esame, a una riunione, a un colloquio, con il programma completo, studiato o almeno letto per intero.
Oggi, camminando verso casa dopo un restauro accuratissimo dall'estetista, sono stata colta da panico e quindi dalla seguente illuminazione: "AZZ. Adesso che sono tutta precisa...ci siamo. Dopo il parrucchiere di domani posso partorire. Anzi: non ho più scuse per fuggire l'idea. Ormai ci siamo, devo partorire. Entro una settimana, comunque partorirò".
Ecco, si vede che quando una cosa mi terrorizza, mi atterrisce, l'idea di non essere ancora completamente preparata mi illude che tutto si possa rimandare, ovviamente all'infinito, e in definitiva non mi ci debba sottoporre, non debba mai accadere, non si verificherà mai. Salvo poi buttarmi a pesce all'ultimo momento al grido di "bè, giacché siamo in ballo, balliamo".
L'ovvia conclusione a questo punto è: dato che estetista e parrucchiere stavolta li ho contattati in tempo e mi stanno mettendo a nuovo cosicché io possa sfoggiare i miei pigiami economici senza sentirmi troppo fuori luogo tra puerpere con la pelliccetta sulle pantofole, l'autoinganno stavolta starà nel non finire di preparare la valigia per l'ospedale, che chiuderò solo in preda alle contrazioni. Eccomi servita la consueta dose di autoinganno, e vissero tutti felici e contenti...

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