giovedì 22 settembre 2011

Non in grado

Che oggi è così che mi sento: un bradipo stanco che ha bisogno di aggrapparsi a una Mano forte per superare il momento.
Stanca fisicamente, con un gran mal di schiena - di quelli che ti fanno sentire come se tra le vertebre ci volesse dell'olio lubrificante -, appesantita e non in grado.
Non in grado di riempire la lavastoviglie e mettere a posto la cucina, non in grado di gestire il piccolo Duca che non vuole abbandonarsi al riposo mattutino per via del mal di denti e della sveglia troppo presto per fame, non in grado di telefonare al DG della scuola che mi ha convocata, non in grado di preparare da mangiare, ancora meno in grado di svuotare l'armadio per togliere tutti i vestiti che non potrò indossare e metterci dentro solo quelli utili ai prossimi due mesi, non in grado di muovermi agilmente per casa.
Non in grado di pensare a lei come ad un guscio pieno di caos, di inquadrare l'immagine mentale di lei con la bocca storta, incapace di comprendere dove si trovi e che cosa le stia succedendo e chi siano tutti quelli che si ritrova intorno. Non in grado di far smettere di rimbombare nelle orecchie e nell'anima le sue parole di meno di una settimana fa, al telefono, quando mi ha detto che era stanca, che aveva fatto il suo tempo e preso accordi con quel Cielo con cui interloquiva tutte le sere prima di addormentarsi e tutte le mattine appena sveglia, che era pronta in qualsiasi momento a raggiungere sua figlia, suo marito, le sue sorelle, la nuora del suo cuore, il suo compagno, dall'altra parte. Non in grado di trattenere un sorriso pensando alle notizie che invece arrivano dall'ospedale, di lei che cerca di uscire dal letto e di fuggire, della sua inguaribile voglia di non arrendersi, di combattere, di vivere, nonostante tutto.
Sei veramente incorreggibile, Nonna mia, un'inguaribile eccezionale incrollabile indistruttibile rompipalle. Non mi stupirebbe se superassi anche questa tegola caduta sulla tua testa.

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