sabato 24 settembre 2011

La sindrome del Mulino Bianco


Già, lo ammetto, sono malata.
Tutta colpa di questi qui.
Di questi qui che hanno bombardato la mia infanzia di figlia unica con immagini di famiglie riunite intorno ad una tavola ben apparecchiata e imbandita con cibo genuino cotto al forno e che apparivano felici per il solo fatto di essere più di tre e tutti assieme.
Tutta colpa loro se adesso il forno di casa mia procede a pieno ritmo a sfornare crostate e pizze e teglie varie, se mi sono ritrovata due pance gigantesche in due anni, se mi sono creata il mito dell'unica famiglia numerosa che conoscevo come della più perfetta, da cui prendere esempio, da riprodurre assolutamente, pur rendendomi conto con l'età della ragione, dei denti del giudizio e della consapevolezza che in effetti fa acqua da tutte le parti.
Tutto merito loro se a pochi giorni dal secondo parto mi sto rendendo conto che la mia famiglia sta per allargarsi per davvero avvicinandosi a quel modello che ho vagheggiato, che sul serio intorno alla mia tavola ci saranno quattro persone, che veramente il mio piccolo Duca non sarà costretto a crescere raccattando amicizie improbabili pur di non restare solo...come più di qualche volta mi è capitato PRIMA dell'età della ragione, dei denti del giudizio e della consapevolezza. Se a pochi giorni dal secondo parto mi sto aggrappando a queste immagini per scacciare quelle del partorire in sé, delle innumerevoli notti in bianco che seguiranno, delle difficoltà di gestione di due bambini piccoli di cui uno avrà necessità del silenzio più placido e l'altro vive da zingaro e vastaso, delle salite e discese dal quinto piano con due passeggini, della stanchezza inguaribile, della mia tela di Penelope debitamente incompleta e interminabile (ancora...), se in qualche modo questi foschi pensieri dettati dalla spossatezza e dall'impazienza e dall'impreparazione e dal naturale timore dell'ignoto si stanno tenendo a debita distanza, è tutto merito loro.

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