mercoledì 31 agosto 2011

Appunti, e (buoni) propositi

Voglio tornare a casa.
Non è che abbia tutta questa voglia di lasciare il mare, ma ho una voglia ancora più grande di rinchiudermi nel mio nido. Quello interiore non mi basta più, ho superato il limite; ora mi serve il nido tangibile, evidente di casa mia. Mi mancano:

- il mio telefono fisso (e le telefonate con te che sei tornata a casa ieri e con la mia AmicaQuasiSposa)
- il mio frigo, ordinato e funzionante
- la mia lavastoviglie, che lava i piatti al posto mio e non mi fa sentire una panzona senza rimedio
- la mia lavatrice, 7 kili di morbidezza
- la mia veranda, che cambia sempre volto, e nonostante la moria di piante che ci troverò
- il mio leeeeeeeetto, comodo, con le mie lenzuola, la mia tv anche se sempre spenta, tutte le cose mie del Duca del Piccolo Duca sparse in giro e chissene
- il mio tavolo, grande grande, e mangiare con il Duca soli soli parlando di tutto, e le serate con gli amici profondi che non si lasciano fermare dal quinto piano e dal disordine e dalle mie paturnie.

Mi mancheranno, però:

- i pini alla mia destra, immensi, a vegliare sulla casa delle mie radici
- il mare, a portata di mano e di gambe e di testa
- il Cohiba, mondo ordinato, uguale ogni giorno, coi sorrisi del personale e di Anna e le altre mamme con gli altri bimbi, che è stato la mia dimensione e il mio rifugio e il mondo fatato del Piccolo Duca
- la Zia con la Z maiuscola, sempre maiuscola
- il Cavalluccio Marino e i suoi genitori
- le colazioni all together peace&love (quelle di quest'anno credo siano state le ultime)

Non  mi mancheranno, invece:

- gli spazi ristretti e minati
- il Gran Maestro
- la sensazione di essere di troppo, nel posto sbagliato, di usurpare diritti di altri
- il silenzio di quando dici "Buongiorno" e non ricevi risposta (almeno ieri c'erano i monosillabi girata dall'altra parte)
- la confusione di una stanza troppo piccola e della mia testa fragile che non ne viene a capo
- la sensazione di dover chiedere il permesso, di dover ricevere un voto e di riceverlo sempre sotto la sufficienza
- il caldo tremendo che non lascia scampo.

Detto ciò, non vedo l'ora di essere a casa mia, per:

- preparare ogni cosa per l'arrivo dell'utrapiccolo
- mettere a posto ogni singolo angolo di ciò che è mio e che amo e di cui posso disporre come meglio credo
- tenere spenta la TV e portare fuori il piccolo Duca
- tagliare di nuovo i capelli, e poter fare una doccia ogni sera e ogni mattina senza farmi scoraggiare dal trascorrere del tempo
- preparare la valigia per l'ospedale, senza ansia e con le cose che mi fanno sentire a posto.

"Tutto il resto, è nebbia..." 

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