venerdì 3 giugno 2011

Amidgala

Che Madre Natura ha ideato un meccanismo in base al quale il dolore del parto si dimentica. Cioè, ricordi di aver sofferto, ma non ricordi il dolore in sé. Conservi il ricordo razionale, quello emotivo, quello ambientale, ma non quello fisico. Se così non fosse nessuno partorirebbe più di una volta, credo. In qualche modo la mente fa prevalere tutto il resto sul ricordo del dolore fisico, sicuramente per salvaguardare la specie.
Inoltre ti dà del tempo minimo per recuperare, qualche mese mentre allatti o cmq mentre il bimbo è piccolo piccolo e ti assorbe totalmente, un po' di mesi per decidere se vuoi riprovare, e poi ben nove mesi per vivere una lunga, lunghissima gestazione in cui il peso della pancia aumenta sempre più, le gambe si gonfiano insieme al resto del corpo, la stanchezza ti sopraffà e in men che non si dica sei arrivata al nono mese e faresti qualunque cosa per liberarti del fardello che ti separa dall'abbracciare tuo figlio, fi-nal-men-te.
Per tutte queste ragioni dovrebbe esserci una legge per cui le persone che sono state insieme in sala travaglio o in sala parto non dovrebbero incontrarsi mai più. Il meccanismo perfetto di Madre Natura funziona solo in assenza di testimoni. Non dovrebbe essere possibile passare una serata con chi ti ha visto in quel frangente, perché sentirà il bisogno di liberarsi di quelle immagini e di raccontarti per filo e per segno quanto hai sofferto, come ti contorcevi dal dolore, come gridavi "Fatemi il cesareo, vi prego". Così come è accaduto a me ieri sera, a me stolta che ho deciso - pochissimo previdentemente - di incontrare di nuovo la ragazza con cui ho partorito G, la quale ha dovuto assistere alle mie tre ore quando lei se ne è schioppate ben tredici con qualche complicazione e ha finito alla fine ben sette ore più tardi di me. La stessa che ha assistito (come tutto il reparto del resto) alla mia crisi di pianto per l'allattamento, preda degli ormoni e di me medesima. La testimone perfetta di tutta la mia fragilità in quella situazione.
E adesso, naturalmente, Amidgala scalpita ai margini della mia coscienza. Mi dice, la signorina, che è pronta, ai blocchi di partenza, che lei ha conservato ogni singolo aspetto e millimetro e nanosecondo di quella esperienza, e di non preoccuparmi: troverà certamente un odore come gancio per farmi ricordare tutto, al momento opportuno, quando sarò di nuovo così fragile e terrorizzata e starò entrando da sola in sala travaglio senza sapere quanto tempo ci starò e se andrà tutto bene e chi ci sarà e quale ostetrica e quale dottore e che ora sarà e G con chi starà ODDIOOOOOOOOOO.
Grazie, grazie infinite per la serata di ieri.

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